Trovarsi invischiati in un amore malato, una storia sentimentale che ci dà tanta sofferenza ma che non riusciamo a chiudere è un evento che può accadere nella vita di tutti noi (uomini e donne). Nessuno di noi è esente al 100% da questo rischio. Anche le persone con forte autostima e buona consapevolezza di se stessi possono incappare e farsi prendere da questa dinamica di dipendenza in un momento particolare della loro vita. Ma come facciamo a cadere in questa trappola? Perché non usciamo subito da questo tipo di relazioni se ci fanno del male? La risposta è perché, talvolta, le relazioni sentimentali possono diventare come una droga e noi possiamo diventarne dipendenti. Enrico Maria Secci ha cercato di spiegare il processo per cui pian piano diventiamo sempre più dipendenti da un partner (tendenzialmente narcisista) individuando 6 stadi. Sono intesi come progressivi step di lenta discesa verso una dipendenza sempre più forte, verso un dolore sempre più acceso e verso un allontanamento da se stessi sempre più marcato… ad ogni step siamo scivolati un po’ più in basso…
I 6 stadi che individua sono:
- stadio 1: primo incontro e conoscenza
- stadio 2: ambivalenza (sentimenti contrastanti, dubbio)
- stadio 3: auto-inganno
- stadio 4: idealizzazione del partner
- stadio 5: dipendenza affettiva dal partner
- stadio 6: fase sintomatica vera e propria
STADIO 1: PRIMO INCONTRO E CONOSCENZA
In questo primo stadio tutto appare piuttosto nella norma, avviene un incontro e si inizia a frequentare una persona con leggerezza.
STADIO 2: AMBIVALENZA
Si continua a frequentare la persona anche se sotto sotto, qualcosa dell’altro non convince del tutto e c’è una piccola consapevolezza che l’altro non sia la persona giusta. Si decide comunque di andare avanti con la relazione anzi, generalmente, si tende ad approfondire il legame proprio per sciogliere qualsiasi dubbio.
STADIO 3: AUTO-INGANNO
In questo stadio c’è un forte investimento sull’altro che porta ad un bisogno di sciogliere ogni dubbio che l’abbia coinvolto. Lo si fa proiettando sul partner tutti i propri bisogni e illudendosi che prima o poi lui sarà in grado di appagarli. Ci si dice “non importa se…”. Per portare avanti la relazione ci si convince che il partner ci dia tutto ciò di cui abbiamo bisogno o che, prima o poi, lo farà. In questa fase si inizia a tagliare fuori il mondo e stare sempre più isolati con il partner perché in questo modo l’auto-inganno è più semplice (non avendo un confronto con il mondo) e il risultato è che la dipendenza aumenta molto.
STADIO 4: IDEALIZZAZIONE
In questa fase vengono amplificati i pregi e minimizzati i difetti del partner e inizia un processo di allontanamento dalla realtà. I pensieri sono del tutto dedicati all’amato e la serenità della persona dipende dal grado di attenzione che si suscita in essa. Se si sta bene se con il partner va tutto bene… altrimenti si soffre molto!
STADIO 5: DIPENDENZA AFFETTIVA
In questo stadio ci si concentra unicamente sulla relazione, tutto il resto perde di valore e si adegua la propria vita ai bisogni e alle aspettative del partner. Vi è sempre più isolamento sociale e l’umore varia in base a come va la relazione con l’altro. Si perde il contratto con la propria identità personale, non ci si riconosce più nelle proprie reazioni (“non sono mai stato così” ,“non ho mai agito così”). Non si riesce più ad agire autonomamente ma si riesce solo a re-agire in base al partner. L’autostima tende a vacillare.
STADIO 6: FASE SINTOMATICA VERA E PROPRIA
Il pensiero è ossessivamente rivolto al partner, gli affetti vengono percepiti come “nemici” o come “distanti”. Se il partner fugge si piomba nell’angoscia profonda. Sono molto comuni sintomi come disturbi del sonno, alterazioni del tono dell’umore, del modo di alimentarsi, ansia, uso compulsivo del telefono, paura di impazzire o di perdere il controllo, scarsa percezione di se stessi.
Che fare quindi se ci riconosciamo in questo problema? Purtroppo la dipendenza affettiva va trattata come ogni dipendenza (come quella da alcool, droghe, gioco ecc…). Un primo consiglio è quello di allontanarsi da questa persona (o almeno di provare a farlo) e di chiedere aiuto appena se ne ha la forza e l’opportunità.
Dott.ssa Patrizia Simoni
Enrico Maria Secci “I narcisisti perversi e le unioni impossibili. Come affrontare la dipendenza affettiva”. Collana Ebookecm – Ebook per l’educazione continua in medicina. 2019